Belle | Recensione: visione e ambizione, ma con qualche pecca
È finalmente uscito anche in Italia l’ultimo film a cura del mitico Hosoda Mamoru, che ne ha curato la scrittura e la regia. Con Belle (Ryū to sobakasu no hime) ci troviamo di fronte ad un film ambizioso e visionario che però purtroppo sconta qualche problema di scrittura... ma andiamo con ordine.
L’opera, prodotta dallo Studio Chizu (fondato da Hosoda e che ha prodotto i suoi film da Wolf Children in poi) e uscita in Giappone nell’estate 2021, ci racconta la storia di Suzu, una liceale che dopo la morte di sua madre si chiude in sé stessa, rimanendo introversa perfino con suo padre. Tutto però cambia quando scopre U, un enorme mondo virtuale (in pratica un metaverso) dove trova il modo di rincominciare: il suo avatar è infatti Belle, grazie alla quale diventa la cantante più famosa di questo mondo. Le cose vanno bene, fino al punto nel quale comparirà il Drago, un avatar che sembra minare la pace dentro a U.
Da dove iniziare? Sicuramente un cenno va fatto al character design di Belle: è stato curato dal sudcoreano Jim Kim, celebre animatore e character designer per la Walt Disney Animation Studios dal 1995 al 2016 (durante il quale ha lavorato a opere del calibro di Frozen, Ralph spaccatutto, Big Hero 6…) e la cosa è abbastanza lampante. Belle risulta infatti molto “disneyiana” e ricorda moltissimo le recenti principesse della casa americana.
Uno dei migliori pregi del film è a parer mio il comparto artistico: visivamente si presenta molto bene, specie nel metaverso di U, per il quale Hosoda si è affidato a Eric Wong, un vero architetto che ne ha curato il design. U risulta molto interessante e bello da vedere: si tratta di un mondo vivo e pulsante che trasmette bene l’idea della mole di utenti (nel film ammontano a 5 miliardi) che ne fruiscono.
Parlando di questo, mi ricollego al discorso animazione; l'anime è infatti stato realizzato con due tecniche diverse: da un lato abbiamo il mondo virtuale, completamente animato in computer grafica, mentre dall’altro quello reale, realizzato (principalmente) in tecnica tradizionale. Il primo risulta ben animato e davvero carico di elementi (per questa ragione a qualcuno/a potrebbe forse risultare barocco e pomposo), mentre il mondo “fisico” presenta il classico stile di Hosoda, con personaggi carini ma non particolarmente originali (e forse alcuni un po’ stereotipati) e delle animazioni buone, ma forse leggermente inferiori qualitativamente ai suoi film precedenti. È quindi palese dove sia andato a finire la maggior parte dello sforzo produttivo.
Un altro fattore cardine della produzione è senz’altro quello musicale: in questo anime le canzoni e la musica giocano un ruolo cruciale nella trama, ci sono infatti svariate liriche spettacolari a opera di Nakamura Kaho (che è anche la doppiatrice della protagonista), che trasportano in modo emozionale lo/la spettatore/spettatrice all’interno della storia. A lei si associa il compositore Ludvig Forssell (celebre per aver lavorato a svariati videogiochi di Kojima Hideo, come Death Stranding e Metal Gear Solid V), che ha creato i brani strumentali: il risultato è una colonna sonora estremamente riuscita, le cui canzoni non potranno che rimanervi impresse.
Veniamo ora al testo dolente del film, ovvero la scrittura. Se il soggetto originale è infatti molto interessante, presentando tematiche e argomenti cari al regista, lo stesso non si può dire per la sceneggiatura. Essa in alcuni momenti si presenta un po’ superficiale e alcuni sviluppi della trama paiono ahimè troppo repentini e sbrigativi: questo in particolare accade nel modo in cui Belle si inizia a rapportare con il Drago e nel finale (di cui però non dirò nulla perché sarebbe spoiler).
Questo è un gran peccato, poiché Hosoda è indubbiamente un regista portentoso e dalla sua mente scaturiscono idee per opere sempre interessanti. Penso che la cosa si sarebbe potuta migliorare aggiungendo minutaggio, così che sarebbe stato possibile aver più tempo per affrontare gli aspetti più critici, ma capisco che questo sarebbe stato chieder troppo ad un film di animazione, che in media durano un’ora e mezza (mentre questo raggiunge le due ore).
In conclusione, questo è senz’altro un film in cui Hosoda ha voluto mettere tutto sé stesso, inserendo moltissime tematiche (nonché citazioni) e mettendo in piedi uno sforzo produttivo davvero notevole (avendo anche coinvolto numerosi stranieri, cosa che capita di rado in produzioni giapponesi). Forse però la pretesa di voler trattare così tanti argomenti non ha permesso di sviluppare una trama convincente fino in fondo, facendo risultare Belle presumibilmente il film più debole (come scrittura) del regista. Lo stesso però non si può dire del comparto visivo e sonoro che, specie con una visione in sala, rendono davvero moltissimo: Belle, come detto anche dal suo ideatore, è quindi un film altamente cinematografico, che visto a casa perde molto del suo potenziale.
Voto: 7,5
Fonti immagini: www.animeclick.it, www.themoviedb.org, deadline.com
Nota a margine: ed eccomi qui a recensire per la prima volta un film appena uscito al cinema. Questi sono stati giorni difficili per me per problematiche personali, ma sono contento di essere comunque riuscito a scrivere questa recensione a cui tenevo molto. Hosoda Mamoru è infatti uno dei miei registi d’animazione preferiti e ho sempre apprezzato le sue opere, non potevo assolutamente perdermi questa visione in sala, che tra l’altro è finalmente arrivata con programmazione regolare e non come film evento.
Ah, avrete forse notato che ho lasciato un link ad una persona (cosa che in genere non faccio): rimanda infatti al suo profilo Instagram che è ricolmo di bellissime immagini sul mondo di Belle e che vi consiglio di spulciare un po’, merita.
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