Mobile Suit Gundam: Trilogia cinematografica | Recensione: la saga che ha ridefinito il genere mecha
Mobile Suit Gundam, un franchise che fin dal suo debutto nel 1979 ha segnato in modo indelebile il genere dei mecha, creando il nuovo sottogenere dei “real robot” e andando a ridefinire molti aspetti degli anime, che verranno ripresi da moltissime serie negli anni a venire.
Quest’opera nacque dalla mente di Tomino Yoshiyuki con l’apporto dello staff della Sunrise (lo studio di animazione) che in quell’occasione si mise sotto lo pseudonimo di Yatate Hajime. Come spesso accade per serie così originali, Mobile Suit Gundam non fu accolto benissimo dal grande pubblico, disorientato dall’innovazione apportata dalla serie, e fu solo successivamente tramite, i modellini che faranno la fortuna della Bandai (i cosiddetti “Gunpla”), che il franchise arrivò al successo.
La Sunrise scelse così di cavalcare l’ondata di popolarità e creò tre film riassuntivi: Mobile Suit Gundam I, Mobile Suit Gundam II: Soldati del dolore (Mobile Suit Gundam II: Ai-Senshi hen), usciti nel 1981 e infine Mobile Suit Gundam III: Incontro nello spazio (Mobile Suit Gundam III: Meguriai sora hen), del 1982.
In questi tre lungometraggi Tomino e Yasuhiko Yoshikazu operano una revisione della serie (i film sono infatti un riassunto di quest’ultima), ripercorrendo la storia in ordine cronologico, ma al contempo apportando svariate migliorie: furono animate nuovamente alcune sequenze, ne furono prodotte di nuove e si migliorarono aspetti della scrittura per renderla più coerente e realistica.
Avendo queste informazioni in mente (e seguendo il consiglio di persone più esperte di me sul franchise), ho fatto la scelta di recuperarmi la serie guardandomi la trilogia cinematografica. So che qualcuno potrebbe storcere il naso, ma ho preferito visionare l’opera nella sua migliore forma, essendo stata affinata e rianimata in parte.
Partiamo quindi con la recensione vera e propria, inizio dicendo che, nonostante i molti anni sulle spalle, Mobile Suit Gundam rimane un’opera assolutamente godibile e dal forte impatto: si tratta di un anime emozionante, ricco di colpi di scena, con un world building ben costruito e una trama coinvolgente.
L’anime si ambienta in un universo futuristico in cui l’umanità ha iniziato a vivere in enormi colonie spaziali sparse per tutto il sistema solare (in particolare si tratta in tutto per tutto dei famosi "Cilindri di O’Neil"). Nell’anno 0079 dell’Era Spaziale, la più lontana di queste colonie dal pianeta Terra si proclama indipendente, andando così a fondare il Principato di Zeon e innescando una guerra per la sovranità rispetto alla Federazione Terrestre.
La guerra perdurerà a lungo, decimando l’umanità e portando i due schieramenti ad un punto di stallo. Dopo l’ennesimo attacco ad una colonia terrestre, entrerà in gioco il Mobile Suit Gundam, nuova arma sperimentale della federazione, la quale porterà i nostri personaggi in un’avventura inaspettata.
Uno dei punti su cui la serie va a soffermarsi è proprio la situazione tragica e crudele portata dalla guerra: Amuro Ray e tutti i suoi compagni e compagne finiranno risucchiati in un vortice di violenza e distruzione al quale non potranno sottrarsi, che li cambierà per sempre.
Questo cambiamento è particolarmente marcato nel protagonista, che si trasformerà pian piano in un soldato freddo e distaccato, che agisce solo per la sua fazione e a cui uccidere una persona non provocherà più turbamenti. Siamo di fronte ad un eroe tormentato e molto coerente a livello umano, che attraversa problemi psicologici e crisi più che normali per una persona che si ritrova in questa situazione. Amuro non è uno di quei protagonisti piatti del genere “super mecha” che sconfigge i nemici perché lotta per il bene, ma è sfaccettato ed emotivo.
Mobile Suit Gundam è un anime meraviglioso per la costruzione dell’universo in cui si ambienta: la storia si svolge in un mondo pieno di dettagli, tecnologie, ordinamenti politici e militari che lo rendono incredibilmente vivo e affascinante.
Qui i personaggi, il cui character design li rende tutti iconici e immediatamente riconoscibili, si muovono e operano in modo naturale e realistico. Oltre alla trama del protagonista, ne abbiamo infatti altre parallele (più o meno importanti) che danno spessore alla serie, come quella di Char Aznable, Sayla Mass o altre legate alla famiglia Zabi. Avremo anche numerosi intrighi, giochi di potere e colpi di scena che rendono il tutto ancora più intrecciato e complesso.
A livello di narrazione i tre film risultano efficaci e interessanti, anche se va segnalata qualche piccola problematica. Abbiamo purtroppo alcuni momenti più infantili che finiscono per smorzare la tensione: in genere questi sono causati dai tre bambini che rimarranno presenti per tutta l’avventura e che personalmente ho trovato essere un elemento di troppo (solo in un’occasione si riveleranno sensati, ma trovo sia insufficiente per giustificarne una presenza così costante). Al contempo, alcune scelte di scrittura mi sono parse un po’ forzate, ma si tratta di pochi momenti che non pregiudicano la robustezza della trama.
Spostandoci sul lato tecnico, come accennato in precedenza, i tre film si presentano buoni per l’epoca di realizzazione, con un livello qualitativo che ci permette di godere dell’opera anche al giorno d’oggi. In generale le animazioni sono abbastanza fluide e certe scene risultano molto dinamiche e belle da vedere anche adesso. Penso che il labiale sia la cosa animata peggio: risulta molto semplice e a volte non sincronizzato benissimo con il doppiaggio (e mi riferisco a quello originale giapponese).
Detto ciò, ho trovato la colonna sonora epica e malinconica: aiuta molto a immergersi nella serie, specie durante le sequenze di azione più concitate, ma al contempo risulta più pacata quando la storia lo richiede. Anch’essa ha influenzato opere successive, in particolare Neon Genesis Evangelion (un brano in particolare è davvero molto simile).
Veniamo ora al finale (che combacia con circa l’ultima ora e mezza del film conclusivo): si tratta di un susseguirsi di feroci battaglie e combattimenti che risultano di forte impatto, ma che forse alla lunga possono stancare risultando un po’ ripetitivi. In ogni caso, l’opera si conclude in modo degno, portando a termine tutte le trame principali; avrei preferito qualche minuto conclusivo per spiegare il destino dell’umanità dopo quegli eventi, ma immagino che ciò verrà affrontato nelle numerosissime opere successive.
Concludendo, Mobile Suit Gundam è una serie potente, che ha modificato la rotta dell’animazione (specie quella del genere mecha) in modo definitivo per gli anni a venire. Personalmente durante la visione ho identificato moltissimi elementi poi ripresi in opere successive, in particolare Anno Hideaki è stato indubbiamente molto influenzato da Gundam: nel celebre Neon Genesis Evangelion (1995) ritroviamo svariati rimandi (a partire dalla caratterizzazione e incertezza del protagonista, dalla famiglia assente, il rifiuto di uccidere, la regia e la colonna sonora…), ma ho visto anche dei parallelismi con Code Geass: Lelouch of the Rebellion (2006) (seppure onestamente me lo ricordi poco, avendolo visionato molti anni fa).
Tornando a
noi, Mobile Suit Gundam è un’opera fortemente anti-militarista, che dimostra
come la guerra distrugga i legami e l’umanità delle persone, arrivando a
dimenticare perfino le motivazioni che ci spingono a lottare: perché
combattiamo? Per chi lo facciamo? Sono due domande che verranno continuamente
poste durante la storia.
Tutto ciò ha reso questa un’opera senza tempo, che difatti è poi esplosa in una fama universale, andando a creare uno dei franchise più longevi della storia. Al giorno d’oggi non penso sia un’anime per tutti/e, ma risulta indubitabilmente da vedere per comprendere il genere mecha e poiché rappresenta una delle pietre miliari nella storia dell’animazione mondiale.
Voto: 8,5
Fonte immagine copertina: animeclick.it
Nota a margine: come avrete notato dalla lunghezza, non è stato semplice scrivere questa recensione, che per via dell’importanza e spessore dell’opera rappresenta la più corposa e complessa che abbia mai scritto; per una serie dell’importanza di Gundam però, questo e altro! Spero abbiate gradito, lasciatemi un commento qui sotto o sul profilo Instagram 😉.
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