Robot Carnival | Recensione: È davvero lo stato dell’arte di fine anni ’80?
Mettere insieme diversi corti di animazione accomunati da un tema specifico? No, non stiamo parlando di Love, Death & Robots , bensì di Robot Carnival ( Robotto Kānibaru ), il primo esperimento in tal senso, uscito in Giappone nel 1987. Quest'opera, nata dalla mente del produttore Nomura Kazufumi , nacque con lo scopo di mostrare al mondo lo stato dell'arte dell'animazione giapponese di quegli anni, per questa ragione abbiamo tra gli ideatori persone del calibro di Otomo Katsuhiro ( Akira , Memories , Steamboy ...), Sadamoto Yoshiyuki ( Punta al Top! Gunbuster , Nadia - Il mistero della pietra azzurra , Neon Genesis Evangelion , FLCL ...) e il celebre compositore Hisaishi Joe . L'OAV si articola di otto cortometraggi autoconclusivi della durata media di una decina di minuti. Ognuno di essi racconterà una breve storia che avrà sempre come focus i robot. Andiamo ad analizzarne brevemente le trame: Corto di apertura e chiusura : un enorme mezzo semovente