Jujutsu Kaisen (prima stagione) | Recensione: uno shonen "standard" ma coinvolgente
Jujutsu Kaisen è uno di quei fenomeni che fin dalla sua uscita (nell’autunno 2020) ha spopolato sia in patria (Giappone) che all’estero, riscuotendo un grande successo tra tutti/e i/le fan degli shonen.
L’anime, prodotto dallo Studio Mappa, adatta la prima parte dell’omonimo manga, opera del fumettista conosciuto con lo pseudonimo di Akutami Gege (il cui nome reale e genere risultano tutt’ora ignoti) raccontandoci una storia avvincente, ma al contempo molto in linea con i canoni del genere/target shonen.
La serie si ambienta in gran parte in una Tokyo contemporanea, nella quale Itadori Yūji, il protagonista, vive con suo nonno. Si tratta di uno studente allegro e solare, con una prestanza fisica fuori dal comune e appassionato dell'occulto. Itadori scoprirà ben presto che il mondo però presenta dei fenomeni nascosti agli occhi delle persone comuni: le maledizioni, esseri dannosi che tormentano e uccidono gli umani e che perciò vengono contrastati dagli stregoni, individui che possiedono poteri magici e l’abilità di vedere questi mostri. Il nostro eroe verrà risucchiato dal flusso degli eventi, innescando situazioni che non si sarebbe mai immaginato.
Jujutsu Kaisen si presenta subito con un’ambientazione scolastica e urbana abbastanza cupa che ho apprezzato: il ritmo di narrazione è ben dosato e l’anime risulta assai gradevole da seguire, mantenendo un tono abbastanza leggero per tutta la sua durata. Con questo non sto dicendo che l’anime sia completamente spensierato, anzi, troviamo infatti episodi molto crudi e con presenza di body horror (che a giudicare da molti fattori, penso sia una passione del mangaka), nonostante ciò, l’opera non si prende sul serio, avendo al suo interno numerosi siparietti comici e trovate divertenti che smorzano la tensione (e tutto questo è enfatizzato dalle le scenette post-sigla di chiusura).
Ciò si nota molto anche nel protagonista, che ha quasi sempre un atteggiamento rilassato: seppure abbia un suo credo, non finisce per cadere nel solito soggetto che vuole salvare il mondo, far vincere il bene e via discorrendo. Questo è positivo, poiché a lungo andare trovo che queste personalità finiscano per risultare fastidiose.
Passiamo quindi ai personaggi: i principali sono abbastanza iconici (tenendo conto che non sono moltissimi), ma non si può dire lo stesso per alcuni secondari, la cui caratterizzazione risulta un po’ stereotipata. In ogni caso, una nota negativa va allo sviluppo dei protagonisti, che ho trovato essere troppo affrettato (specie per Itadori), con i classici “power-up” alcune volte un po’ esagerati, che si concentrano tra l’altro quasi solo nella seconda metà della serie.
Penso sia ora importante parlare dell’originalità della serie (questione accennata all’inizio): Jujutsu Kaisen non è un anime particolarmente innovativo, anzi, contiene al suo interno tantissime cose che mi hanno dato l’idea del “già visto”; in particolare, tanti elementi mi hanno ricordato Naruto, ma soprattutto Bleach (e in tal caso, il fumettista ha ammesso di aver avuto molte influenze da quest’ultimo), specie per l’ambientazione, narrazione e mostri.
In generale, dopo la visione di alcuni episodi ho avuto l’impressione di aver appena guardato qualcosa di vuoto: può capitare infatti che essi presentino un’assenza di eventi significativi, portando l’anime ad essere in parte povero di contenuti. Nonostante questo, non mi sono mai stancato di vederlo, né mi sono annoiato durante le puntate. Ci troviamo perciò di fronte ad un’opera che riesce a trovare una sua identità mischiando tanti elementi presi da altre opere antecedenti, creando così un mix che risulta equilibrato e gradevole.
Prima di concludere, un accenno al lato tecnico: le animazioni sono buone e mantengono un livello discreto per tutta la serie, mentre in specifici casi troviamo sequenze animate in modo pregevole, con una grande fluidità e maestria: in genere ciò accade nei combattimenti, ma non è una costante. Cenno va fatto poi al comparto sonoro: ritengo la prima opening molto bella; carina anche la prima ending, mentre i brani della colonna sonora non mi sono rimasti per nulla impressi.
La regia, ad opera del sudcoreano Seong Ho Park, è buona, ma non sempre si rivela particolarmente ispirata. In particolare, svariati combattimenti risultano un po’ monotoni e non entusiasmanti, mentre altri si dimostrano più studiati e appassionanti. Questo è anche legato alla questione delle animazioni spiegata poco fa: la serie avrà avuto indubbiamente un buon budget, che però è stato direzionato più su alcuni scontri specifici; la produzione ha così dovuto tagliare un po’ sulle altre scene, che sono risultano più statiche.
Per finire,
terminando questa prima stagione di Jujutsu Kaisen vi renderete conto come si
tratti solo di un antipasto a tutto ciò che accadrà dopo, ed è chiaro che
dovranno succedere ancora moltissime cose per arrivare ad una parvenza di
conclusione.
Ho perciò trovato l’opera un buon prodotto per intrattenere senza troppe
pretese, grazie al quale potrete passare del tempo divertendovi, ma che tutto
sommato non mi ha lasciato molto. In ogni caso, guarderò il seguito quando
uscirà, nonché il film prequel Jujutsu Kaisen 0 (che è appena stato annunciato verrà distribuito in Italia).
Voto: 7,5
Fonte immagine di copertina: animeclick.it
Nota a margine: ed eccomi qui finalmente con una nuova recensione! Purtroppo non sono riuscito a pubblicarla di venerdì come faccio in genere, ma non avevo ancora terminato la serie. In ogni caso, spero abbiate apprezato, vi ricordo che potete seguirmi anche su Instagram!
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