La fortuna di Nikuko | Recensione: un perfetto di mix di dolcezza e umanità
Raccontare una storia di vita con estrema dolcezza e originalità? Con La fortuna di Nikuko (Gyokō no Nikuko-chan, tradotto letteralmente “Nikuko del porto di pesca”) vi troverete davanti ad un lungometraggio che centra l'obiettivo con grande posatezza e umiltà.
Questo film
giapponese, prodotto nel 2021 dallo Studio 4°C e diretto del talentuoso Watanabe
Ayumu (famoso per aver diretto Uchū Kyōdai - Fratelli nello spazio, I
figli del mare e la recente Summer Time Rendering), va ad adattare l’omonimo
romanzo di Nishi Kanako, andandoci a raccontare la vita di tutti i
giorni di Kikuko, una bambina che vive con la sua paffuta e rotonda
madre Nikuko in una piccola cittadina portuale giapponese.
I temi fondanti dell'opera sono indubbiamente la crescita personale (che una
bambina compie), nonché la maternità, rappresentata appunto dalla madre, grazie
alla quale al contempo si tocca anche quello dell’abbandono.
Leggendo
questo, potrete pensare che si tratti di una storia banale, mentre invece fin
dai primi minuti del film vi renderete conto che non è così. Il racconto
presenta infatti caratteri atipici e singolari, uno per tutti è senz’altro la
madre Nikuko: un personaggio davvero buffo e divertente, ma che allo
stesso modo presenta delle note malinconiche, le cui motivazioni ci vengono
spiegate sia dalla sequenza iniziale.
Oltre a ciò, sono presenti alcuni altri elementi bizzarri che non potrete non
notare, ma che non voglio nominare per non rovinarvi la sorpresa.
Passando al fronte tecnico, fin dalla prima sequenza sono rimasto colpito dalla
fluidità e bellezza delle animazioni: queste sono davvero curate anche nei
piccoli dettagli e rendono la visione una gioia per gli occhi.
In tal senso, un cenno va necessariamente fatto sugli alimenti: il cibo in
questa storia gioca per forza di cose un ruolo centrale, e proprio per questo è
stato curato in modo minuzioso. Come detto anche dal regista, vi consiglio di prestarci
attenzione: esso viene reso in modo estremamente invitante, facendo risultare
tutto succoso, morbido e buonissimo (per fare un paragone, siamo ai livelli
delle opere marcate Studio Ghibli), impossibile quindi non farsi venire
fame durante la visione!
Ma a proposito di Studio Ghibli, questo film omaggia varie opere del passato, ma in particolare Il mio vicino Totoro: lo fa sia grazie alle citazioni assolutamente palesi (che durante il film vi strapperanno un sorriso), che con atmosfere un po' magiche, in cui il tempo sembra essersi fermato. In generale, il regista ha voluto dare un tono un po’ nostalgico al film e infatti non è segreto che la madre di Kikuko ricordi non poco quella di Gian (amico di Nobita) in Doraemon (franchise grazie al quale Watanabe ha fatto il suo debutto alla regia).
A livello
visivo poi, ho trovato il film di ottima fattura, con una bella fotografia che
immortala gli ambienti (prettamente) rurali con una grande maestria e naturalezza.
Lo stesso si può dire per il comparto audio, con una colonna sonora ben in
linea con lo spirito del film e delle canzoni finali molto gradevoli.
Concludendo, La fortuna di Nikuko è senz’altro un ottimo film che riesce nell’intento di narrare una storia tutto sommato semplice, ma trasmettendoti emozioni e una serenità impagabile. Watanabe Ayumu dimostra come non sia necessario fare opere ricche di elementi, ma che ne bastano pochi e ben dosati, per creare un prodotto d’intrattenimento di altissimo livello.
Voto: 8
Nota a margine: sono molto felice di aver potuto vedere un film del genere al cinema, e perciò l’accoppiata Nexo Digital e Dynit ha la mia gratitudine. Il doppiaggio italiano del film era ottimo (se non per una voce che mi è sembrata troppo matura per un bambino, ma si tratta di un personaggio secondario), peccato solo per la pessima pubblicizzazione: navigando sul web ho letto di moltissime persone (che guardano anime) che nemmeno sapevano stesse uscendo… trovo che ciò sia un grande errore da parte dei distributori, non ci vorrebbe poi molto a pubblicizzare delle opere simili, ad esempio io mi rivolgerei ai podcast di cinema e ai vari content creators: con una piccola spesa si raggiungerebbe un pubblico che è quello che ha più chance di vedere l’opera.
Commenti
Posta un commento
Lascia un commento!