The Deer King – Il re dei cervi | Recensione: un ottimo esordio alla regia in un mondo fantasy
Un epico racconto fantasy. In questo modo Andō Masashi ha scelto di fare il suo debutto come regista sotto l'importante studio di produzione Production I.G.
Dopo moltissimi anni di esperienza nel settore, che l'ha portato a lavorare con dei veri mostri sacri dell'animazione giapponese (Miyazaki Hayao, Takahata Isao, Oshii Mamoru, Kon Satoshi, ma anche con Shinkai Makoto), Andō Masashi ha finalmente diretto il suo primo lungometraggio: The Deer King – Il re dei cervi (Shika no ō: Yuna to yakusoku no tabi), uscito in Giappone nel 2022.
L'opera, tratta dal romanzo di Uehashi Nahojo, si ambienta in un affascinante mondo dalle sembianze asiatiche, che mi hanno ricordato le culture cinesi, mongole e siberiane. La storia racconta di Van, un uomo tormentato dal suo passato che, dopo esser finito in catene, riuscirà a redimersi e compirà un'avventura per salvare il mondo, nonché Yuna, una bambina orfana, dalla febbre dei lupi neri. In cosa consiste questa maledizione? Si tratta in tutto per tutto di una piaga che può essere comandata e sparsa da Aquafa. Tale è una piccola nazione che per lungo tempo fu in guerra con un potente impero al quale, proprio sfruttando questa epidemia, è sempre riuscita a resistere.
Azione, geopolitica e drammi si intrecciano in questo prodotto animato. In generale ho trovato al suo interno una buona narrazione. Il film si prende i giusti tempi per raccontare la storia, che è complessa e composta da molti atti: forse la seconda parte potrebbe risultare leggermente lenta, ma per quanto mi riguarda non ha pesato eccessivamente. In ogni caso, il film non si concentra particolarmente sui personaggi, che non risultano assai approfonditi, ma sceglie invece di usarli come motore per raccontare questa epopea, che si dipana tra molti luoghi diversi, coinvolgendo popoli e nazioni.
La narrazione è poi accompagnata da un ottimo lato tecnico, con un uso magistrale della tecnica tradizionale che porta l'opera ad avere animazioni fluide e curate, in alcuni momenti anche molto dinamiche. Al contempo, la computer grafica è stata usata in modo saggio e dosato, e per questa ragione non si nota quasi mai.A livello estetico notiamo come il character design sia stato senz'altro influenzato dai trascorsi del regista: questo ricorda infatti molto le opere dello Studio Ghibli, mischiate però con un certo tratto tipico dello studio di produzione.
Nel film vengono affrontati numerosi temi, come quello della perdita dei parenti e della propria famiglia, dell'adozione, nonché il sentimento nazionale e il patriottismo che portano alla guerra, provocando odio e crudeltà nei confronti del diverso.
In conclusione, The Deer King - Il re dei cervi è un'opera che ho apprezzato
e mi ha intrattenuto bene. Guardandola si viene trasportati da questa
narrazione così epica e ricca di elementi, senza che però risulti
eccessivamente pesante o si perda in superficialità nella scrittura. Termino
dicendo che per la sua grandezza è senz'altro un film che dà il meglio di sé con
una visione in sala cinematografica.
Voto: 8
Fonti immagini: youtube.com, animefactory.it
Nota a margine: heylà, sono tornato con una nuova recensione su questo film, che ho potuto vedere al cinema grazie all'evento di AnimeFactory. Ahimè dal boxoffice ho constatato come l'opera abbia incassato molto poco, un gran peccato contando che si tratta di un bel film. Pare proprio che gli anime al cinema che riescono ad avere buoni incassi siano solo quelli legati ai franchise famosi, come dimostrato da Jujutsu Kaisen 0, che ha perfino superato il milione di euro. Una situazione che francamente trovo un po' sconfortante.
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