Linea editoriale
In questa pagina spiego le mie scelte adottate per la scrittura sul blog.
Fonti impiegate
Per la scrittura di tutto ciò che troverete sul blog mi avvalgo di diverse fonti. Non essendo articoli accademici o scientifici non le cito nel testo, ma tutti i dati inserisco provengono da informazioni che già conosco (imparate tempo addietro) o che ho verificato al momento della scrittura.
In ogni caso, segue l’elenco di tutte le fonti che conosco e che posso verificare per i miei articoli:
- AnimeClick: la più importante fonte di notizie sugli anime e manga in Italia.
- Wikipedia (sia versione italiana che inglese): enciclopedia online.
- Storia dell'animazione giapponese - Autori, arte, industria, successo dal 1917 a oggi (2° edizione): libro di saggistica del 2017, scritto da Guido Tavassi, Editore: Tunué.
- Le anime disegnate - Il pensiero nei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre (Edizione Ampliata): libro di saggistica del 2018 a cura di Luca Raffelli, Editore: Tunué
- Dario Moccia (compreso il canale secondario e video da freeboter): influencer e content creator che tratta principalmente di animazione.
Inclusività della scrittura
Dopo aver a lungo scritto cercando di evitare il maschile come scelta principale, ho deciso di cambiare la mia modalità di scrittura. Nella vita di tutti i giorni sono attento ad essere inclusivo ed evitare termini di stampo maschilista (ad esempio, dire “sei uno con le palle”, dicendo invece “sei uno tosto”).
Provai per un periodo anche ad essere inclusivo nella scrittura, rivolgendomi a chi mi legge (quando non ne conosco il genere) con entrambe le declinazioni (ad esempio “studenti e studentesse”, oppure “gli/le amici/he”). Avrete forse notato questa modalità di scrittura nel mio blog, che ho adottato nonostante fossi ben conscio come questa non sia particolarmente gradevole a livello di forma.
Dopo aver letto dei pareri in giro, ho deciso di cambiare approccio: ho abbandonato la doppia declinazione, scrivendo in un italiano corretto. Questo comporta che scriverò al maschile, ma ciò non è da intendersi che io mi rivolga a questo genere come principale o privilegiato, anzi.
Sono arrivato alla conclusione che dovremmo iniziare a pensare il maschile dell’italiano come neutro, e non riferito ai soli uomini. Questa è la modalità migliore per evitare discriminazioni, anche perché (in altri luoghi), scrivendo con la doppia declinazione sono stato criticato, poiché a detta di alcuni, non starei rappresentando chi non si ritrova nei due generi maschio-femmina, come ad esempio le persone gender fluid, neutre o non binarie.
Al contempo, trovo che utilizzare gli asterischi (esempio: “tutt*”) o la schwa (esempio: “essə”) siano imposizioni troppo artificiose e forzate in una lingua, che invece deve evolversi naturalmente. Spero che comprenderete la mia scelta, sono aperto a consigli.
Altre note sulla scrittura
Nelle mie recensioni e articoli, scrivo le persone giapponesi (reali e non) mettendo prima il cognome che il nome (ad esempio “Miyazaki Hayao” anziché “Hayao Miyazaki”, come comunemente si usa dire). Questa scelta deriva da una volontà di essere rispettosi verso la cultura e le usanze giapponesi, nella cui scrittura è previsto prima il cognome rispetto al nome (Fonte).
Ultimo aggiornamento: 21/08/2022
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